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      In mancanza di tale irritazione esterna il loro spirito si accascia sotto il proprio peso e cade in grave letargia(32). Si potrebbe dire egualmente che ciascuno di essi non è che una piccola frazione dell’idea dell’umanità, e che ha quindi bisogno di essere addizionato con molti de’ suoi simili per costituire in certo modo una coscienza umana intera; invece l’uomo completo, l’uomo per eccellenza, non è una frazione, ma rappresenta una unità intera e di conseguenza basta a sè stesso. Si può, in questo senso, paragonare la società ordinaria a quell’orchestra russa composta esclusivamente di corni, nella quale ogni stromento non dà che una nota; non è che colla loro coincidenza precisa che si produce l’armonia musicale. Infatti lo spirito della maggior parte delle persone è monotono come quel corno che non produce che un suono solo: costoro sembrano in realtà non aver mai che un solo e medesimo soggetto nella mente, ed essere incapaci di contenerne un altro. Ciò spiega dunque in una volta come succeda che essi siano tanto nojosi e tanto sociabili, e perchè vadino ben volentieri in gregge: «The gregariousness of mankind». La monotonia della loro propria natura è insopportabile a ciascuno di essi: «Omnis stultitia laborat fastidio sui». (Qualunque stupidezza opprime colla nausea di sè stessa). Non è che uniti e colla loro riunione che essi sono qualche cosa precisamente come i sonatori di corno russo. L’uomo intelligente invece può esser paragonato ad un virtuoso che eseguisce da sè solo il suo concerto, oppure anche ad un pianoforte.


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Aforismi sulla saggezza nella vita
di Arthur Shopenhauer
Editore Dumolard Milano
1885 pagine 282