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      Il loro intelletto è anche, fino ad un certo punto, doppio: una parte giova per gli affari ordinarî (oggetti della volontà) e somiglia a quella comune a tutti; l’altra invece serve per la concezione puramente oggettiva delle cose. Questi uomini vivono così d’una vita doppia, spettatori ed attori in una volta, mentre gli altri non sono che attori. Bisogna tuttavia che ciascheduno si occupi in qualche cosa, nella misura delle sue facoltà. Si può constatare l’influenza perniciosa dell’assenza d’attività regolare, d’un lavoro qualsiasi, durante i lunghi viaggi di piacere, quando di tempo in tempo ci sentiamo infelici per la sola ragione che, privati di qualunque occupazione reale, ci troviamo, per così dire, strappati dal nostro elemento naturale. Faticare e lottare contro le resistenze è un bisogno per l’uomo, come per la talpa scavar buchi. L’immobilità che sarebbe prodotta dalla soddisfazione completa d’un godere continuo gli riescirebbe insopportabile. Vincere gli ostacoli costituisce il colmo del piacere nell’esistenza umana, sieno gli ostacoli di natura materiale come nell’azione e nell’esercizio, oppure si riferiscano allo spirito come nello studio e nelle ricerche: si è la lotta e la vittoria che rendono l’uomo felice. Se l’occasione gli manca, ei se la crea come può: secondo lo comporta la sua individualità andrà a caccia o giuocherà alla trottola, oppure, spinto dall’inclinazione inconscia della sua natura, susciterà contese, ordirà intrighi, macchinerà inganni o non importa quale altra disonestà, al solo scopo di mettere un termine allo stato d’immobilità che non può sopportare.


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Aforismi sulla saggezza nella vita
di Arthur Shopenhauer
Editore Dumolard Milano
1885 pagine 282