Pagina (211/282)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Vedrete allora dipingersi sul suo viso un’afflizione vera, profonda e schietta, od al contrario colla sua calma imperturbabile, con uno sberleffo d’un istante confermerà la massima di La Rochefoucauld: «Nelle sventure dei nostri migliori amici troviamo sempre qualche cosa che non ci dispiace.» Coloro che sono detti abitualmente amici possono appena, in tali occasioni, reprimere il piccolo fremito, il leggero sorriso di soddisfazione. V’hanno poche cose che mettano la gente così indubitatamente di buon umore come il racconto di qualche calamità che ci ha colpito recentemente od anche la confessione sincera che si fa loro di qualche debolezza personale. È cosa invero caratteristica.
      La lontananza e la lunga assenza portano danno a qualunque amicizia, sebbene non lo si confessi volentieri. Le persone che non vediamo più, fossero pure nostri carissimi amici, insensibilmente col passar del tempo svaniscono fino allo stato di nozioni astratte, ciò che fa che il nostro interesse per loro diventi sempre più un semplice affare di ragionamento, anzi di tradizione; il sentimento vivo e profondo resta serbato per coloro che abbiamo davanti gli occhi, quand’anche non fossero che gli animali prediletti. Siffattamente la natura umana è guidata dai sensi. Qui ancora Goethe ha ragione di dire: Il presente è una divinità grandissima (Tasso, atto IV, scena IV).
      Gli amici di casa sono d’ordinario ben chiamati con questo nome, perchè sono più attaccati alla casa che al padrone di essa; costoro somigliano ai gatti piuttosto che ai cani.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Aforismi sulla saggezza nella vita
di Arthur Shopenhauer
Editore Dumolard Milano
1885 pagine 282

   





La Rochefoucauld Goethe Tasso