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      Si potrebbe quasi sostenere che le fantasie diverse ed incessanti generate dall’istinto sessuale, e così pure le emozioni che ne derivano, mantengono nell’uomo una pazzia benigna e costante per tutto quel tempo in cui egli è sotto l’influenza di questo incentivo, o di questo diavolo da cui è continuamente invasato, al punto da non essere affatto ragionevole se non dopo essersene liberato. Tuttavia è cosa positiva che, in generale e senza tener conto delle circostanze tutte e delle condizioni individuali, un’aria di melanconia e di tristezza è propria della gioventù, ed una certa serenità della vecchiaja; e ciò perchè il giovane è ancora sotto la potestà, o piuttosto sotto la tirannia di questo demonio che difficilmente gli accorda un’ora di libertà e che è anzi l’autore, diretto od indiretto, di quasi tutti i mali che colpiscono o minacciano l’uomo. L’età matura ha la serenità di colui che, liberato da catene portate lungamente, gode ormai della libertà de’ suoi movimenti. D’altra parte però si potrebbe dire che una volta estinte le voglie sessuali, il vero midollo dell’esistenza è consumato, e che non ne resta più che l’involucro, oppure che la vita somiglia ad una commedia, la rappresentazione della quale, cominciata da uomini vivi, sarebbe finita da automi rivestiti dei medesimi costumi.
      Checchè ne sia, la giovinezza è il momento dell’agitazione, l’età matura quello del riposo: ciò basta per giudicare dei loro rispettivi piaceri. Il bambino tende avidamente le mani nello spazio dietro quegli oggetti, così screziati e così vari, che si vede davanti gli occhi; tutto questo lo eccita perocchè il suo sensorio è ancora tanto fresco e tanto nuovo.


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Aforismi sulla saggezza nella vita
di Arthur Shopenhauer
Editore Dumolard Milano
1885 pagine 282