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      Non intende più di lasciarsi ordinare: vuole comandare a sua volta. Si è proprio adesso che nella sua sfera egli è maggiormente atto ad esser guida e dominatore. Così culmina GIOVE e, come lui, l’uomo di cinquant’anni. — Ma dopo, nel sessantesimo anno, giunge SATURNO e con lui la pesantezza, la lentezza e la tenacità del PIOMBO: «Ma molti vecchi hanno l’aria d’esser già morti; essi sono pallidi, lenti, pesanti ed inerti come il piombo» (Shakespeare, Romeo e Giulietta, Atto 2°, Scena 5a). — Finalmente viene URANO: è il momento di volare in cielo, come si dice. — Non voglio tener conto di NETTUNO (così pur troppo lo si è chiamato con grave spensieratezza) dal momento che non posso dargli il suo vero nome, che sarebbe EROS. Se così non fosse avrei voluto dimostrare come il principio si lega colla fine, e in qual maniera Eros sia misteriosamente in connessione colla Morte, connessione in virtù della quale l’ORCO, o l’AMENTI degli Egiziani (secondo Plutarco, De Iside et Osir., C. 29), è il «lambanon kai didous», per conseguenza non solo «Colui che prende» ma anche «Colui che dà» e la MORTE il grande réservoire (serbatojo) della vita. Da lì, dunque, da lì, dall’ORCO viene ogni cosa, e lì è stato tutto ciò che adesso ha vita: — se solamente fossimo capaci di comprendere il giuoco(50) con cui succede la faccenda, allora tutto sarebbe chiaro.
     
     
     
      FINE.
      (1) Schopenhauer intende con ciò il suo trattato; Il mondo come volontà e come fenomeno (rappresentazione). (N. del Trad.).
      (2) Narrenkolbe (mazza da pazzo) in tedesco, Marotte in francese, in italiano non v’ha parola corrispondente.


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Aforismi sulla saggezza nella vita
di Arthur Shopenhauer
Editore Dumolard Milano
1885 pagine 282

   





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