Pagina (44/254)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Se poi si vuole averne ancora una prova particolare, basti considerar per esempio come finanche un giovanissimo cane non osi saltar giù dalla tavola, per quanto desiderio ne abbia, perché prevede l'effetto del peso del suo corpo; pur senza aver prima sperimentato questa caduta. Nel giudicar l'intelletto degli animali, noi dobbiamo tuttavia guardarci dall'attribuirgli ciò che è manifestazione dell'istinto; proprietà la quale, sebbene affatto diversa dall'intelletto, com'anche dalla ragione, pure opera spesso in modo assai analogo all'azione combinata dell'intelletto e della ragione. La spiegazione di ciò non appartiene a questo luogo, ma troverà il suo posto nel secondo libro, dove si tratta della armonia o cosiddetta teleologia della natura; ed a tale spiegazione è consacrato esclusivamente il 27° capitolo dei Supplementi12.
      Mancanza d'intelletto si chiama stupidità; mancato impiego della ragione nel campo pratico riconosceremo in seguito per insania; così anche mancanza di giudizio, per scempiaggine; e infine parziale o completa mancanza di memoria per follia. Ma d'ogni cosa si tratterà a suo luogo. Ciò che dalla ragione vien riconosciuto esatto è verità, ossia un giudizio astratto con ragion sufficiente (Dissertazione sul principio di ragione, § 29 sgg.): ciò che vien riconosciuto esatto dall'intelletto è realtà, ossia legittimo passaggio alla causa dall'effetto prodotto nell'oggetto immediato. Alla verità si contrappone l'errore come inganno della ragione, alla realtà l'illusione come inganno dell'intelletto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo I
di Arthur Schopenhauer
pagine 254

   





Supplementi Dissertazione