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      L'illustrazione più ampia di tutto ciò è da leggersi nel primo capitolo del mio scritto sopra la vista ed i colori. Illusione si ha quando uno stesso effetto può esser prodotto da due cause del tutto diverse, delle quali l'una agisce molto spesso, e l'altra raramente: l'intelletto, che non ha alcun dato per distinguere quale causa agisca in quel caso, poiché l'effetto è proprio il medesimo, presuppone allora una volta per tutte la causa più frequente; e non essendo la sua attività riflessiva e discorsiva, ma diretta ed immediata, quella falsa causa sta davanti a noi come oggetto intuito, il che, appunto costituisce la falsa apparenza. Come sorga in questo modo la doppia percezione visiva o tattile, quando gli organi sensorii sono adoprati in una posizione non abituale, ho già mostrato nel luogo citato; e appunto con ciò ho fornito una prova indiscutibile del fatto che l'intuizione si ha solo mediante l'intelletto e per l'intelletto. Esempi di questo inganno dell'intelletto, o illusione, sono inoltre il bastone immerso nell'acqua, che sembra spezzato; le immagini degli specchi sferici, che se la superficie è convessa appariscono alquanto indietro di questa, e se la superficie è concava appariscono davanti alla superficie stessa, a una certa distanza. Qui anche va ricordata la dimensione apparentemente maggiore della luna all'orizzonte che allo zenith, non per effetto di ottica; perché, come dimostra il micrometro, l'occhio vede anzi la luna allo zenith in un angolo visuale alquanto più grande che all'orizzonte; ma per l'intelletto, il quale attribuisce il più debole splendore della luna e delle altre stelle sull'orizzonte ad una loro distanza maggiore, considerandole secondo la prospettiva aerea come oggetti terrestri; perciò ritiene la luna all'orizzonte molto più grossa che allo zenith, e anche la volta celeste ritiene più ampia all'orizzonte, quasi fosse più distesa.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo I
di Arthur Schopenhauer
pagine 254