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      Poiché noi abbiamo in tedesco la voce abbastanza corrispondente Empfindung (sensazione), sarebbe utile riservar questa per i sentimenti corporei, come una sottospecie. Ma l'origine di quel concetto di sentimento, senza paragone sproporzionato in confronto di tutti gli altri, è fuor d'ogni dubbio la seguente. Tutti i concetti – e soltanto concetti sono espressi dalle parole – esistono esclusivamente per la ragione, da questa prendono le mosse: si sta dunque con essi già da un punto di vista unilaterale. Ma guardando da questo punto, ciò che è vicino apparisce chiaro, e viene stabilito come positivo; ciò ch'è lontano si confonde, e vien presto a esser considerato solo negativamente. Nello stesso modo ogni nazione chiama straniere le altre, il greco chiama barbari gli altri popoli, l'inglese chiama continent e continental ciò che non è Inghilterra o non è inglese, il devoto chiama eretici o pagani tutti gli altri, pel nobile sono tutti roturiers, per lo studente tutti Philister (filistei), e così via. In questa medesima unilateralità, o si può dire in questa medesima grossolana ignoranza proveniente da orgoglio, incorre anche la ragione, per quanto ciò possa parere strano, quando comprende sotto l'unico concetto di sentimento ogni modificazione della coscienza, che non spetti immediatamente alla sua maniera di rappresentazione, cioè che non sia concetto astratto. E finora, non essendosi resa conscia del suo stesso procedimento per mezzo d'una profonda conoscenza di se medesima, ha dovuto scontare ciò con equivoci e smarrimenti nel suo proprio dominio; perché s'è perfino stabilita una particolare facoltà del sentimento, e se ne sono costruite le teorie.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo I
di Arthur Schopenhauer
pagine 254

   





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