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      A queste determinazioni si aggiunge qui una sola forza naturale, la gravità, che agisce nella precisa relazione delle masse e del quadrato della distanza; e finalmente ancora la legge d'inerzia, che è certa a priori, perché derivante dalla causalità, accanto al dato empirico del movimento impresso una volta per sempre a ciascuna di quelle masse. Questo è tutto il materiale dell'astronomia; il quale, tanto per la sua semplicità quanto per la sua certezza, conduce a risultati fermi, e molto interessanti a causa della grandezza e importanza degli oggetti. Se io, per esempio, conosco la massa d'un pianeta e la distanza del suo satellite, potrò con certezza determinare il tempo di rivoluzione di quest'ultimo, in conformità della seconda legge di Keplero: ma il principio di questa legge è che, ad una data distanza, una data velocità può insieme tener legato il satellite al pianeta ed impedirgli di cadere in questo. Quindi solo su tal fondamento geometrico, ossia per mezzo di un'intuizione a priori, e inoltre con l'applicazione d'una legge naturale, si può andar così lontano con le deduzioni; perché queste sono qui nient'altro che ponti da un'intuizione ad un'altra. Ma non altrettanto si può fare con semplici e pure deduzioni per via esclusivamente logica. L'origine delle prime verità fondamentali dell'astronomia è propriamente induzione, ossia riunione di ciò ch'è dato da molte intuzioni in un giudizio esatto, direttamente fondato. Su quest'ultimo vengono poi formate ipotesi, la cui conferma mediante l'esperienza – induzione molto prossima alla compiutezza – fornisce la prova di quel primo giudizio.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo I
di Arthur Schopenhauer
pagine 254

   





Keplero