Pagina (115/254)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      I sillogismi sono invero certissimi quanto alla forma, ma assai malsicuri quanto alla loro materia, che sono i concetti; perché in parte le sfere di questi non sono spesso determinate con sufficiente nettezza, in parte s'intrecciano così variamente, che una sfera è in modo frammentario contenuta in molte altre, e da lei si può liberamente passare all'una o all'altra di queste e così via; come fu già esposto. O con altre parole: il terminus minor ed anche il medius possono sempre venir subordinati a differenti concetti, fra' quali si sceglie a volontà il terminus maior ed il medius: dal che dipende la diversità della conclusione. Sempre è adunque la diretta evidenza da preferire di gran lunga alla verità dimostrata; e questa va accolta solo quando l'altra s'avrebbe a cercar troppo lontano, ma non quando sono egualmente vicine o è più vicina l'evidenza. Perciò vedemmo, che in realtà anche nella logica, dove la conoscenza diretta in ogni singolo caso ci è più prossima che la derivata conoscenza scientifica, guidiamo il nostro pensiero sempre secondo la conoscenza immediata delle leggi del pensiero stesso, e lasciamo la logica stessa in disparte25.
      § 15.
      Ora, se noi con la nostra fede che l'intuizione sia la fonte prima d'ogni evidenza, e sola assoluta verità sia la diretta o mediata relazione con lei; che inoltre la via più sicura per giungere alla verità sia sempre la più breve, perché ogni frapposizione di concetti può esser causa di inganni – se noi, dico, con questa fede ci volgiamo alla matematica, quale è stata eretta a scienza da Euclide e rimasta in complesso fino al giorno d'oggi, non possiamo fare a meno di giudicar singolare, anzi assurda, la via che questa percorre.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo I
di Arthur Schopenhauer
pagine 254

   





Euclide