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      Dirizziamo lo sguardo alla matematica, alla scienza naturale ed alla filosofia; ciascuna delle quali ci fa sperare che ci darà una parte della luce desiderata. Ora, la filosofia ci appare a tutta prima come un mostro dalle molte teste, ognuna parlante una lingua diversa. È vero che non tutte sono discordi sul punto che qui si tocca, il significato della rappresentazione intuitiva: perché, eccezion fatta degli scettici e degli idealisti, tutte le altre, nella sostanza, parlano con sufficiente accordo di un oggetto, che sta a base della rappresentazione, e che, pur essendo dalla rappresentazione affatto distinto nell'essere e. nell'essenza, le somiglia d'altra parte tanto per ogni verso, quanto un uovo ad un altro uovo. Ma con ciò non siamo tratti d'impaccio: perché noi non sappiamo punto distinguere un tale oggetto dalla rappresentazione, anzi troviamo che questa e quello sono tutt'uno, poiché ogni oggetto sempre e perennemente presuppone un soggetto, e rimane quindi rappresentazione; così pure abbiamo conosciuto il fatto d'essere oggetto, come appartenente alla più general forma della rappresentazione, che è appunto la scissione in oggetto e soggetto. Inoltre il principio di ragione, al quale ci si riferisce in tale proposito, è per noi similmente la pura forma della rappresentazione, ossia il regolare collegamento di una rappresentazione con un'altra, e non collegamento dell'intera, finita o infinita serie delle rappresentazioni con qualcosa che non sia rappresentazione, né sia quindi rappresentabile.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo I
di Arthur Schopenhauer
pagine 254