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      Ma la catena delle cause e degli effetti non viene mai spezzata da una forza primitiva, a cui ci si debba riferire, né risalire a questa come a suo primo anello; bensì tanto il più prossimo quanto il più lontano anello della catena già presuppone la forza originaria, senza la quale non potrebbe nulla spiegare. Una serie di cause ed effetti può esser la manifestazione delle forze più differenti, il cui successivo prodursi nella visibilità è guidato da quella serie, come ho sopra spiegato con l'esempio d'una macchina metallica; ma la varietà di queste forze primitive, non deducibili l'una dall'altra, non interrompe in nessun modo l'unità di quella catena di cause e la connessione fra tutti i suoi anelli. L'etiologia della natura e la filosofia della natura non si pregiudicano vicendevolmente mai, ma procedono parallele, il medesimo oggetto guardando da differenti punti di vista. L'etiologia dà conto delle cause, che hanno prodotto necessariamente il singolo fenomeno da spiegarsi, e mostra a fondamento di ogni sua spiegazione le forze generali attive in tutte codeste cause ed effetti, determina tali cause con precisione, il loro numero, le lor differenze, e quindi tutti gli effetti, in cui ciascuna forza, secondo la diversità delle circostanze, si produce diversamente ma sempre in conformità del suo speciale carattere dispiegato secondo una regola infallibile, che si chiama legge naturale. Quando la fisica ha compiutamente sotto ogni rispetto esaurito questo compito, è giunta alla mèta: poiché nessuna forza nella natura organica rimane ignota e nessuna azione sussiste, che non sia dimostrata fenomeno d'una di quelle forze, sotto certe determinate condizioni.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo I
di Arthur Schopenhauer
pagine 254