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      Anzi, appunto perché tutte le cose del mondo sono obiettità di un'unica identica volontà, identiche quindi nell'intima essenza, non solo deve trovarsi fra loro quell'innegabile analogia, e deve in ogni fenomeno meno perfetto apparir la traccia, l'accenno, la preparazione del più prossimo fenomeno d'ordine superiore; ma ancora, poiché tutte quelle forme insomma non appartengono al mondo se non come rappresentazioni, si può perfino ammettere, che già nelle più generali forme della rappresentazione, in questa vera e propria armatura di sostegno del mondo visibile, ossia nello spazio e nel tempo, sia da cercare e mostrare il tipo fondamentale, l'accenno, la preparazione di tutto ciò che quelle forme riempie. Sembra che un oscuro presentimento di questa verità abbia dato origine alla Cabbala ed a tutta la filosofia matematica dei Pitagorici, nonché dei cinesi nel Y-king: ed anche nella ricordata scuola di Schelling troviamo, fra gli svariati sforzi per mettere in luce l'analogia
      di tutti i fenomeni della natura, anche qualche tentativo, sia pure infelice, di derivar leggi di natura dalle semplici leggi dello spazio e del tempo. Intanto non si può sapere fino a che punto un intelletto geniale potrà un giorno attuare queste tendenze.
      Ora, sebbene non si debba mai perder di vista la differenza tra fenomeno e cosa in sé, né quindi possa mai l'identità della volontà obiettivata in tutte le idee esser volta falsamente a identità delle singole idee in cui si manifesta (perché ha gradi determinati della propria obiettità), sì che per esempio l'attrazione chimica o elettrica non possa esser ricondotta all'attrazione della gravità – quand'anche se ne riconosca l'intima analogia, e le prime possano quasi esser considerate come più alte potenze di quest'ultima – più di quanto l'intima analogia della struttura animale consenta di confondere e identificare le specie, considerando le più perfette come varietà delle meno perfette; se dunque infine anche le funzioni fisiologiche non son mai da ricondurre a processi chimici o fisici, è lecito nondimeno, a giustificazione di codesto metodo entro dati limiti, ammettere con molta verisimiglianza quanto segue.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo I
di Arthur Schopenhauer
pagine 254

   





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