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      È tutt'uno, allora, se il sole che sorge si vegga da un carcere o da un palazzo.
      Interna disposizione, prevalenza del conoscere sul volere possono in qualsivoglia condizione produrre questo stato. Ce lo dimostrano quegli eccellenti olandesi, che codesta intuizione puramente obiettiva rivolsero ai più insignificanti oggetti, e un durevole monumento della loro obiettità e pacatezza di spirito lasciarono nelle nature morte, che il contemplatore estetico guarda non senza commozione, presentandoglisi alla mente il pacato, tranquillo, di volontà scevro stato d'animo dell'artista, ch'era necessario per guardare in modo tanto obiettivo sì insignificanti oggetti, con tanta attenzione considerarli, e questa contemplazione riprodurre con tanta cura: e mentre il quadro invita anche lui a farsi partecipe di cotale stato, la sua commozione è spesso ancora accresciuta dal contrasto della disposizione d'animo agitata, conturbata da impetuoso volere, in cui egli stesso si trova. Col medesimo spirito anche pittori paesisti, sopra tutti Ruisdael, hanno spesso dipinto insignificantissimi oggetti campestri, producendo con ciò, ancora più piacevolmente, la stessa impressione.
      A ciò perviene sola l'intima forza di un animo d'artista: ma facilitata e dal di fuori favorita è quella disposizione d'animo, puramente obiettiva, da oggetti che le si offrano, dalla pienezza della bella natura che invita, anzi costringe alla contemplazione. Quasi sempre a lei riesce, ogni volta che si riveli d'un tratto al nostro occhio, sia pure per qualche istante, di strapparci alla soggettività, alla schiavitù del volere, e trasportarci nello stato del puro conoscere.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo II
di Arthur Schopenhauer
pagine 368

   





Ruisdael