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      Su per le rocce spumeggiando e mugghiando precipiti cascate, cataratte frangentisi mute in polvere d'acqua, fontane sprizzanti in alte liquide colonne, chiarospecchianti laghi svelano le idee della gravità fluida nella materia, come le opere architettoniche dispiegano le idee della materia solida. Nessun appoggio trova l'idraulica artistica nell'idraulica pratica; non potendosi gli scopi di quest'ultima accordare di regola co' suoi. Questo può accader soltanto per eccezione, ad esempio nella Cascata di Trevi in Roma14.
      § 44.
      Quel che le due arti ricordate fanno per i gradi minimi dell'oggettità della volontà, fa in certo modo l'arte bella dei giardini per il grado, più elevato, della natura vegetale. La bellezza d'un limitato paesaggio consiste in gran parte nella varietà degli oggetti naturali che vi si trovano; e poi nel fatto che questi vi si distinguano nettamente, vi risaltino con evidenza, e tuttavia si presentino in convenevole armonia e varietà. Sono queste le condizioni, a cui l'arte bella dei giardini contribuisce: nondimeno ella è lungi dall'esser padrona della sua materia, come l'architettura è della propria; e quindi la sua azione rimane limitata. Il bello, che essa presenta, appartiene quasi per intero alla natura; essa v'ha poco contribuito. E pochissimo può d'altra parte contro il disfavore della natura: dove questa invece di preparare contrasta, i suoi risultati sono scarsi.
      Adunque, in quanto il mondo vegetale – che senza aver l'arte per intermediaria si offre da per tutto al godimento estetico – è oggetto dell'arte, appartiene principalmente alla pittura di paese.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo II
di Arthur Schopenhauer
pagine 368

   





Cascata Trevi Roma