Pagina (106/368)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quando infine certi personaggi storici o mitici, oppure certi personificati concetti vengono fatti conoscere mediante simboli convenuti una volta per sempre, forse dovrebbero questi chiamarsi propriamente emblemi: tali sono le bestie degli Evangelisti, la civetta di Minerva, il pomo di Paride, l'ancora della Speranza, e così via. Ma solitamente si da il nome d'emblemi a quelle immagini parlanti, semplici, e illustrate da un motto, che servono a raffigurare una verità morale, e di cui si hanno grandi raccolte per opera di J. Camerarius, Alciatus e altri: esse formano il trapasso verso l'allegoria poetica, della quale sarà trattato in seguito. La scultura greca si rivolge all'intuizione, e però ella è estetica; l'indostana si rivolge al concetto, e però è solamente simbolica.
      Questo giudizio dell'allegoria, poggiato sulle considerazioni fin qui da noi fatte intorno all'intimo essere dell'arte, e con quelle strettamente connesso, è proprio l'opposto dell'opinione di Winckelmann; il quale lungi dal dichiarar l'allegoria affatto estranea all'arte, e a lei spesso dannosa, costantemente ne sostiene le parti, anzi (Werke, vol. I, pp. 55 sg.) pone il supremo fine dell'arte nella «rappresentazione di concetti generali e di cose non percettibili dai sensi». Sia libero ciascuno d'accostarsi all'una o all'altra opinione. Ma a me, davanti a questa ed a consimili opinioni di Winckelmann, concernenti la vera e propria metafisica dell'arte, apparve limpida la persuasione, che si possa aver la massima sensibilità e il più esatto giudizio intorno al bello artistico, senza tuttavia essere in grado di dar ragione astratta e propriamente filosofica dell'essenza del bello e dell'arte: così come si può esser d'animo nobilissimo e virtuoso, e avere una coscienza molto delicata, la quale di caso in caso proceda con l'esattezza d'una bilancia di precisione, senza perciò essere in grado di approfondir filosoficamente e rappresentare in abstracto il valore etico delle azioni.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo II
di Arthur Schopenhauer
pagine 368

   





Evangelisti Minerva Paride Speranza Camerarius Alciatus Winckelmann Werke Winckelmann