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      Il suo sviluppo prima di pervenire al frutto sta a questo, come la scrittura alla stampa. Evidentemente il medesimo accade pur tra gli animali. Il processo nutritivo è un perenne generare, il processo generativo è una nutrizione innalzata a più alta potenza: la voluttà nel generare è il benessere, elevato a più alta potenza, del sentimento vitale. E d'altra parte la escrezione, il continuo esalare e rigettar materia, è il medesimo di quel ch'è in più alta potenza la morte, l'opposto della generazione. E come in ciò basta a noi conservar la forma, senza rimpianto per la rigettata materia, così dobbiamo in egual maniera contenerci, quando per morte accade in più alta potenza e nella totalità, ciò che ciascun giorno e ciascuna ora accade in parte con l'escrezione: come siamo indifferenti nel primo caso, così non dovremmo sbigottirci davanti al secondo. Sotto questo rispetto apparisce altrettanto stolto il pretender la durata della propria individualità, la quale vien sostituita da altri individui, quanto il pretendere che perduri intatta la materia del nostro corpo, la quale da materia nuova è continuamente sostituita. Imbalsamare i cadaveri non è meno stolto, che non sia il conservare con cura i propri escrementi. Per ciò che tocca la conscienza individuale congiunta con l'individuale corpo, si avverta ch'essa viene quotidianamente interrotta in modo completo dal sonno. Il sonno profondo non è, nel tempo della sua durata, diverso dalla morte, in cui sovente va a finire, per esempio, nei casi di assideramento; diverso n'è soltanto per l'avvenire, ossia per la possibilità del risveglio.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo II
di Arthur Schopenhauer
pagine 368