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      Che cosa fu? che cosa è? La volontà: di cui è specchio la vita; e il conoscere scevro di volontà, che in quello specchio limpidamente la volontà vede riflessa. Chi non ancora ha ciò compreso, o non vuole comprenderlo, deve alla domanda fatta più sopra, intorno al destino delle generazioni trapassate, aggiungere quest'altra: perché proprio lui, lui che interroga, ha la gioia di posseder questo prezioso, fuggitivo presente, che solo è reale, mentre quelle centinaia di generazioni, e perfino gli eroi e i sapienti delle età trascorse, sono caduti nella notte del passato e perciò ridotti a nulla, quand'egli, col suo insignificante io, esiste di fatto? O più brevemente, ma senza diminuir la stranezza della cosa: perché questo presente, il suo presente, si ha proprio ora e non fu invece già da tempo? Con queste domande strane, vede il suo essere e il suo tempo come indipendenti l'uno dall'altro, e quello come gettato in questo; egli ammette in verità due presenti, l'uno dei quali appartiene all'oggetto, l'altro al soggetto, e si stupisce per il caso felice della loro coincidenza. Ma in verità (come si vede nel mio scritto sopra il principio di ragione), il presente è formato soltanto dal punto d'incontro dell'oggetto, la cui forma è il tempo, col soggetto, che non ha per forma nessun modo del principio di ragione. Ora, ogni oggetto è volontà, in quanto questa è divenuta rappresentazione, e il soggetto è il necessario correlato dell'oggetto; ma oggetti reali si danno soltanto nel presente; passato e futuro contengon semplici concetti e fantasmi, sì che il presente è l'essenzial forma del fenomeno della volontà, e da questa inseparabile.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo II
di Arthur Schopenhauer
pagine 368