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      Del resto può qui, come un singolare raffronto, trovar luogo l'osservazione, che il rapporto tra desiderio e atto ha un'analogia affatto fortuita, ma precisa, con quello che passa tra distribuzione elettrica ed elettrica comunicazione.
      In virtù di tutta codesta indagine sulla libertà del volere e su quanto vi si riferisce, troviamo che, sebbene la volontà in sé e fuor del fenomeno si possa chiamar libera, anzi onnipotente, vien poi nei suoi singoli fenomeni illuminati dalla conoscenza, ossia negli uomini e negli animali, determinata da motivi, contro i quali ciascun carattere reagisce sempre nello stesso modo, regolarmente e necessariamente. Vediamo l'uomo, in grazia della sopraggiuntagli conoscenza astratta, o di ragione, avere in più dell'animale una facoltà di scelta, la quale tuttavia fa di lui un campo di battaglia per il conflitto dei motivi, senza sottrarlo al loro dominio; essa è condizione quindi, perché il carattere individuale si manifesti appieno, ma non va punto considerata come libertà del volere singolo, ossia indipendenza dalla legge di causalità; la cui necessità si estende all'uomo come ad ogni altro fenomeno. Fino al punto indicato, adunque, e non oltre, va il divario che la ragione, o conoscenza mediante concetti, fa nascere tra il volere umano e l'animale. Ma qual tutt'altro fenomeno della volontà umana, all'animalità affatto estraneo, possa prodursi, quando l'uomo abbandona l'intera, al principio di ragione sottomessa conoscenza delle singole cose in quanto tali, e mediante conoscenza delle idee egli va oltre il principium individuationis, ove un effettivo palesarsi della vera e propria libertà della volontà come cosa in sé diventa possibile, sì che il fenomeno finisce col trovarsi in un certo dissidio con se medesimo, espresso con la parola abnegazione, ed anzi alla fine l'in-sé del suo essere viene soppresso: questa verace ed unica immediata manifestazione della libertà della volontà in se stessa, anche nel fenomeno, non ancora può qui venire esposta chiaramente, bensì formerà da ultimo l'oggetto della nostra indagine.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo II
di Arthur Schopenhauer
pagine 368