Pagina (236/368)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Invano si forma Dei, per mendicare e carpire con adulazioni ciò che solo può dargli la sua forza di volontà. Se il Vecchio Testamento aveva fatto del mondo e dell'uomo l'opera d'un Dio, si vide il Nuovo Testamento costretto, per insegnar che salvezza e redenzione dal dolore di questo mondo può solo dal mondo stesso partire, a far di quel Dio un uomo. La volontà dell'uomo è, e rimane, ciò da cui tutto per l'uomo dipende. Saniassi, martiri, santi d'ogni fede e nome, hanno spontaneamente e volentieri sofferti quei martiri, perché era in loro soppressa la volontà di vivere; fin la lenta distruzione del suo fenomeno fu quindi a loro gradita. Ma non voglio anticipare il discorso che dovrà venire in seguito. Non posso però tenermi dal dichiarare, che a me l'ottimismo, quando non sia per avventura il vuoto cianciar di cotali sotto la cui piatta fronte non altro alberga se non parole, sembra non pure un pensare assurdo, ma anche iniquo davvero, un amaro scherno dei mali senza nome patiti dall'umanità. Né si pensi, poi, che la fede cristiana sia favorevole all'ottimismo; che per contro negli Evangeli le parole mondo e male sono usate quasi come sinonimi45.
      § 60.
      Or che abbiamo terminate entrambe le spiegazioni, ch'era necessario intercalare, intorno alla libertà della volontà in sé, insieme con la necessità del suo fenomeno, e intorno alla sorte di lei nel mondo, che ne rispecchia l'essenza (mondo nella cognizion del quale ella deve affermarsi o negarsi); or possiamo portare a maggior chiarezza quest'affermazione o negazione, che più indietro esaminammo e spiegammo sol genericamente, con l'esporre le maniere di condotta, in cui quelle trovano la loro espressione, e considerarle nel loro intimo significato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo II
di Arthur Schopenhauer
pagine 368

   





Vecchio Testamento Dio Nuovo Testamento Dio Evangeli