Pagina (245/368)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Nel grado supremo dell'oggettivazione anche quel fenomeno si presenterà, come ogni altro, con maggiore chiarezza, e si lascerà quindi indagare più addentro. A tal fine andremo in primo luogo a rintracciar nella sua sorgente l'egoismo, quale origine di tutte le lotte.
      Tempo e spazio chiamammo principium individuationis, perché sol per loro mezzo, ed in loro, è possibile pluralità dell'identico. Sono le forme essenziali della conoscenza naturale, ossia procedente della volontà. La volontà deve quindi manifestarsi ovunque in pluralità d'individui. Ma questa pluralità non tocca la volontà in sé, bensì i suoi fenomeni: è intera e indivisa in ciascuno di essi, e si vede intorno innumerabili volte ripetuta l'immagine della sua propria essenza. Ma codesta, ch'è la vera realtà, ella non trova tuttavia direttamente se non dentro di sé. Perciò vuole ciascuno aver tutto per sé, vuol tutto possedere, o almeno dominare, ed ogni cosa, che gli si opponga, vorrebbe distruggere. A ciò s'aggiunge, negli esseri conoscenti, che l'individuo rappresenta il soggetto conoscente, contiene cioè il mondo intero; ossia, che tutta la natura all'infuori di lui, e quindi anche tutti i rimanenti individui, esistono soltanto nella sua rappresentazione; soltanto come di sua rappresentazione egli n'è consapevole, ossia sol mediatamente, e come d'alcunché dipendente dal suo proprio essere individuale; che venendogli meno la conscienza, per necessità gli vien meno anche il mondo; vale a dire, l'esistere o non esistere di questo diventano per lui termini equivalenti e non distinguibili.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo II
di Arthur Schopenhauer
pagine 368