Pagina (283/368)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Mediante codesto fenomeno e per la sua affermazione egli ha preso su di sé tutti i dolori, che da tale volontà promanano; e giustamente li soffre fin quando egli è quella volontà. Da questa conoscenza muove il veggente poeta Calderón in La vita è sogno:
      Pues el delito mayorDel hombre es haber nacido52.
      Come non dovrebbe essere una colpa, poi che per una eterna legge sopra v'incombe la morte? Calderón non fece che esprimere in quel versetto il dogma cristiano del peccato originale.
      La vivente conoscenza dell'eterna giustizia, del bilanciere, che inseparabilmente congiunge il malum culpae col malo poenae, richiede completa elevazione sulla individualità e sul principio che la fa possibile: essa rimarrà quindi alla più parte degli uomini ognora inaccessibile, com'anche l'affine cognizione pura e limpida dell'essenza di tutte le virtù, la quale verrà tosto chiarita. Perciò i sapienti primi padri del popolo indiano l'espressero, sì, nei Veda, i quali eran permessi soltanto alle tre caste rigenerate, ossia nella dottrina esoterica, direttamente, fin dove concetto e lingua l'afferrano e la loro maniera d'esposizione, ancora immaginativa e anche rapsodica, consente; ma nella religione popolare, o dottrina exoterica, l'hanno comunicata sol miticamente. La rappresentazione diretta la troviamo in varie guise espressa nei Veda, il frutto della più alta conoscenza e sapienza umana, il cui nocciolo è finalmente pervenuto a noi nelle Upanishad; espressa particolarmente nel fatto, che davanti allo sguardo del discepolo si fanno sfilare per ordine tutti quanti gli esseri del mondo, viventi e inanimati, e per ciascuno viene ripetuto quel detto ch'è divenuto una formula e si chiama, come tale, mahavakya: Tatoumes, o, più esattamente tat tvam asi, che significa: questo tu sei53. Ma al popolo questa grande verità venne tradotta, fin dove esso poteva afferrarla con la propria limitazione, nel modo di conoscenza retto dal principio di ragione; il qual modo, per sua natura, non può punto accoglier tale verità pura ed in sé, che anzi sta con essa in diretta opposizione, bensì ne ha ricevuto un surrogato nella forma del mito.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo II
di Arthur Schopenhauer
pagine 368

   





Calderón Veda Veda Upanishad Tatoumes