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      Pure, se la difficultà della materia che ho in animo di rintracciare farà ombra al mio senso, m'accorgerò che devo dubitare, e non mai risulterà dal mio così mi pare il difetto della stolida presunzione di quegli altri che con la guida di magre sofisticherie pronunziano il così è delle cose.
      Dirò, per finirla, mezzo arrossito della mia trivialità, che desidererei che le cose, le quali soggiacciono al senso, si potessero con la sola sua determinazione stabilire; e vorrei anche che fosse dalla filosofia abbracciata qualche particella di storia; e che nelle cose che bisognose non sono di stirate speculazioni, non ci portassimo a volo con l'intelletto a' lontani e spaziosi campi del possibile, come sogliono alcuni ingegni nobilissimi di oggidì, che sdegnano la pura storia in tutte le faccende.
      Così desidererei, e particolarmente nel caso nel quale io sono, cioè nella considerazione delle Glossopietre di Malta, intorno alle quali dirò con verità che la mente mia, non preoccupata da alcuna opinione, non indotta dall'autorità d'un qualche maestro, ma dal caso portata, credette ch'elleno fossero frantumi di vari animali impietrati. Distenderò qui appresso l'istoria, ed il progresso del come. Bensì non prometto a lei usare arte alcuna nel dire, ne penserò a distribuire le parti che ad un discorso pulito si converrebbono, ma così alla rinfusa spiegherò al miglior modo che saprò quel che mi sovverrà, acciocché la sua cortesia possa dopo gentilmente scusare i miei errori, almeno sotto la formalità ch'io non mi sia arditamente indotto all'opinione cennata senz'averne fatto prima alcune diligenze; che se poi mi sono ingannato, ella è colpa d'ogn'huomo.


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La vana speculazione disingannata dal senso
di Agostino Scilla
pagine 122

   





Glossopietre Malta