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      Egli, per conto di filosofare della vera cagione delle insolite e subite inondazioni dal mare, viene anche a portare qualche istoria per mente d'altri, cioè che tremila stadi lungi dal mare "Frequentibus in locis concharum, et ostreorum, et cheramidum magna cernatur multitudo, et salsi lacus sunt circa templum Ammonis, et viam, qua itur ad illud, trium millium stadiorum esse dicuntur (...). Prope ipsum etiam maritimarum fragmenta navium ostentari, quae hiantibus terris scaturivisse tradunt super columellas incubare delphinas, hanc inscriptionem habentes Cyrenensium spectatorum. Haec affatus Stratonis physici commendat opinionem, et Xanthi Lydi (...) eumq; ipsum multis in locis à maris longinquius vidisse lapidibus inhaerentes conchulas, pectines, et testarum formas, salsumque lacum in Armenijs, et in Mattienis, et in inferiore Phrigia, quas ob causas persuasum habere campos illos mare aliquandi fuisse"(1). Ricevei l'istoria, non già la conseguenza, stimandola piena di molti e considerabili equivoci; perciocché possono essere reliquie d'animali di laghi dolci e salsi per qualche accidente rasciugati, e possono essere trasportate dal mare con subite inondazioni (a noi non tramandate ed oscure) ed ivi lasciate. Può anche ritrovarsi sotterra lungi dal mare un frammento di navilio, ma può ben essere d'un qualche portato in trionfo, o fabbricato a terra ad uso di giuochi navali, come peculiarmente si costumava in Roma, nella quale si son veduti molti rostri di navi; e non per questo si può tirare conseguenza che quel suolo fosse stato in alcun tempo signoreggiato da Nettuno, e cent'altre simili convenienze.


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La vana speculazione disingannata dal senso
di Agostino Scilla
pagine 122

   





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