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      Sed vereor
      , scrive l'eruditissimo Maiolo(3), ed io non ne dubito ma infallibilmente stimo "haec fabulosa esse; nam illo libro etiam hoc minus verisimile continetur Cap. 41. In Cypro, inquit, iuxta Tirrhiam nuncupatam aes fieri, quod in parva frusta dissecantes seminant, atque imbribus factis augetur, et exit, posteaque colligitur. Haec ille. Ego, si ita est, ad Dei miraculum traho". Pur risolve bene. "Sed hoc nostro Italico Caelo huiusmodi fabulosa esse credentur: imbribus enim metalla sata augeri ridiculum ubique putatur". E per quel che intorno a ciò che ho letto, ch'è stato pochissimo, ho compreso che le miniere si sogliono spesso perdere affatto, perché, come scrive Giorgio Agricola nel suo trattato dell'Arte de' metalli, elle hanno i loro capi e le code. In tutte le miniere però, egli è vero, che da cavatori con ogni diligenza si procurano le vene principali della miniera perché più pingue di metallo, il quale in un certo modo si ramifica nella terra e nelle viscere de' sassi serpeggiando s'insinua. Il che ci mostra ch'ella è disposizione particolare di un tal luogo, per dove la virtù intrinseca, quasi radice, converte e distende secondo il suo verso le vene del metallo. Se ciò non fosse per appunto così, non sarebbe necessario aspettare nell'apportata isola dell'Elba lo spazio di vent'anni per ricavarne il minerale dalle stesse cave ch'esauste rimangono per essere stato colto il frutto, o forse incomode riescono per la molta profondità. Per tutto ciò non mi par d'abbracciare l'opinione di coloro i quali vogliono che le cave da sé si riempiano di fresco e vegetante metallo nell'assegnato spazio di tempo; perché a qualunque maniera eglino la discorrano, è forza concedere o che il terreno cresca insieme col minerale o che questo vegeti con una pura vena della grandezza uguale allo spazio dell'assegnata cava; il che non è vero; e se vero fosse, si potrebbe abbandonare al doppio del solito tempo, cioè per anni quaranta, alcuna di quelle cave, dalla quale (se pure il minerale, a guisa del nitro trasudando, si coagolasse e necessità d'altro corpo non avesse) doverebbe venir fuori di puro metallo, e al doppio di misura del luogo riempiuto in vent'anni; il che certamente sarebbe maravigliosa comodità; conciosiaché quel che si cerca con tante fatiche o fuori strisciato per le campagne s'averebbe o in aria alzato a stravaganti ma preziose piramidi si goderebbe.


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La vana speculazione disingannata dal senso
di Agostino Scilla
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