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      Ella pigli da sé il fastidio di leggere Pietro Maffeo, Paolo Orosio, Cesalpino, Kircherio, Poterio, Fabio Colonna, Imperato, Alessandro d'Alessandro e tant'altri Scrittori(9), ch'io piglierò la licenza d'aggiungere alcune parole di Melchiore Guilandino(10), che rapporta il parere di Plutarco e d'Olimpiadoro. "Scribit quoque Plutarchus in Iside, et Osiride, et consensit Olimpiadorus ad primum metheororum, Aegyptum mare fuisse; quandoquidem multa adhuc in fodinis, multa in montibus habere conchilia invenitur". A dirla, stimai di sentire con la verità e co' Sapienti nel punto istesso che dissentiva dalla vana opinione d'alcuni. "Qui totam soli reputant mangiasse Minervam"(11). Per ragione che quando altri a favor mio scritto non avesse, bastata mi sarebbe l'autorità del dottissimo, ed eruditissimo Gassendo. Egli, dopo d'esporre e d'esaminare le varie opinioni, benché niega che il mare si fosse portato tanto fra terra, conchiude: "Cum vero persaepe contingat, ut aut terrae motu, aut alia ratione lacunae istae per rimas effluant, vel quae confluebant in illas Aquae, alio deriventur; fieri proinde potest, ut pisces, et conchae in sicco remaneant, et succus lapidescens eo confluat, qui declarata ratione combibitus facere ex ijs lapides, priore forma retenta, possit. Notum est autem posse deinceps huiusmodi lapides, aut fodiendo reperiri, aut torrentibus latera montium excedentibus detegi, aut terrae motu crustari, aut aliqua denique ratione prodire"(12). Leggendo però i sopradetti Autori, osservai posto in campo uno più ragionevole problema, cioè, se le conchiglie, echini, pesci, etc. con ogn'altro corpo simile che fra terra veggiamo, fossero stati ributtati dal mare, overo li dobbiamo stimare ne' luoghi stessi in cui si scorgono, generati in un qualche fiume o lago overo ridotto d'acque sotteraneo?


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La vana speculazione disingannata dal senso
di Agostino Scilla
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