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      Siansi pure, come il Guilandino l'ha inghiottito; basta a me che si parli d'animali perfetti, non di generazione di sassi configurati a similitudine de gli animali del mare, ch'è quel particolare sopra del quale continuai la diligenza per riceverne qualche soddisfazione di mente. Invero credei d'essermici incontrato abbattendomi in Osvaldo Crollio, ch'è uno de' famosi Scrittori che questa benedetta virtù generante cose simili per tutto ed in tutti i luoghi, credono, predicano, ed insegnano. Ma, o Dio, io riconobbi, ch'egli vide nella piante quel disegno che altri non potrà giammai vedere, se pure ha occhi. Sono Pittore, e giuro da pover'huomo che si comporrebbe un'orrendissima figura se si formassero le membra di essa corrispondenti a quell'erbe, o altro, che il Crollio conformi alle parti d'un huomo descrive. Ma se ciò senza dubbio apporterebbe spavento, darà in suo luogo buon motivo di ridire un suo periodetto al nono numero segnato del capo: "de Genitalium signat": egli è questo. "Utriusque sexus genitalium signaturam habent uvarum acini", bella conchiusione per Dio. "Ideo veteres non fine causa dixerunt, fine Baccho frigere Venerem". E pure l'intero adagio dovea avvertirlo a parlare con più senno; perciocché "sine Cerere, et Baccho friget Venerem" corrisponde necessariamente alle parole di Crate filosofo: "Amorem sedat fames".
      Camminano per me di pari passo l'altre signature, e ne farò poco conto e lascerò ad altri l'arbitrio di crederne ciò che vogliono, concedendo loro che la Palla marina e 1'Ermodattilo, il Fallo, il Boratmets somiglino più alla castagna che ad un graspo d'uva, più alla mano che al nostro ginocchio, più al Dio de gli orti Priapo che al petto umano, e per finirla più ad un agnello che ad un serpe; ma non già che siano istessisimi nel disegno, che sarebbe il tutto da mostrare per persuadermi, che da un conforme principio, che da un medesimo seme o da una sola virtù formatrice fossero prodotti.


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La vana speculazione disingannata dal senso
di Agostino Scilla
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