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      E se fosse stata la produttrice di esse lumachine la medesima scherzante Natura che generò tutti gli altri corpi, senza dubbio non si sarebbe scordata della sua bizzaria ed avrebbe scherzato variamente nella vescica di quel pover'huomo, a differenza di quel che fece nelle altre parti, con esporci un paio d'ostrache, un mezzo granchio, qualche ganascia di Canicola, overo un buon pesce, giaché il luogo n'era capace. O Dio! fors'egli è d'ugual peso il dire: "Nel cuore umano si è veduto un corpo sasseo che ad una lumachina si rassomiglia; dunque gl'istrici, echini, vertebre di pesci grossi, pesci, conche, conghiglie, turbini, coralli e stellati, fistolosi ed articolati, granchi, denti di diversissime figure", ma il tutto stessissimo ad ogni altra cosa di mare; "sono generati nelle rocche e nelle montagne per ischerzo di natura inanimate?" Che il dire tutto al rovescio, cioè. "Un tanto e sì gran numero di corpi marini petrificati che veggiamo fra terra furono certamente animali; ma quella lumachina talmente figurata nel cuore umano, fu per ischerzo degli accidenti composta?" Questa è molto evidente, l'altra fuor di ragione. "Sus rostro, si humi, A, literam impresserit, num propterea suspicari poteris Andromacha Ennij ab ea posse describi?"(22)
      Chi non è preoccupato da idee fantastiche risponderà assolutamente che no.
      Abbandoninsi pure, or che mi sovvengono, le ciance di coloro che asseriscono le leggerissime osservazioni del vedersi piccole conchigliette e turbini non affatto consistenti ed alcuni di maggior corpo, teneri da un lato, a segno tale che con l'unghia s'intaccherebbono, e dall'altro ben sodi e di petrea sostanza, quasi che s'andassero indurando e perfezionando pian piano, dopo cresciute di buona grandezza; dal qual vano discorso nasce la presunzione che si doverebbe vedere un qualche animaletto petrificato nel proprio guscio, se il tutto non fosse semplice produzione del luogo ove si trovano; e benché basterebbono le parole di Francesco Calceolario, che di mente del famoso Fracastoro risponde(23): "Causa est, quod caro, quae mollis ex se erat, et contrahi nata, multa terra circumtecta mox in lapidem coivit"; le quali doverebbono soddisfare un tanto e sì accorto dubbio; voglio nondimeno rimettere la lite all'occhio de' curiosi e sarà terminata.


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La vana speculazione disingannata dal senso
di Agostino Scilla
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