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      Stimo però che questa mia semplicità d'elezione sia un principio d'argomento per me favorevole, quasi che non abbisogni grande attratto di speculazioni o quantità di spalleggiatori o grande numero di prove per discorrere di quello che co' propri occhi possiamo raffigurare. Vaglia il vero, mio riverito Sig., chi concederebbe alla buona l'opinione di coloro che assegnano alla generazione la necessità del seme particolare d'ogni parte dell'animale, quasi che fosse necessaria nel seme una porzione di esso, che il naso un'altra, che l'occhio o l'orecchia o la mano ed ogn'altra parte formasse? Alcuno di sano giudicio? Certo che no; perché potentissimi sono i contrarij argomenti, che tal fantasia distruggono; e farebbe mestieri di vivere in una indeterminata disputa, calunniando la più probabile, cioè quella che col seme vada unita una certa tale virtù formatrice (per non dire con Sennerto l'anima propagata del generante) che disponga le parti dell'animale con determinazione naturale, secondo la sua spezie. Parimente, chi potrà acquetarsi all'opinione di coloro che con un fascio di parti similari, sciolte e vaganti da per tutto, vogliono introdurre nell'Universo la possibilità d'una tale generazione di membri particolari, prendendo questa dottrina con tanta superstizione, che non s'avveggano di credere anche le cose impossibili? Vi sia pure, in buon'ora, qualche seme per tutto che dia forma di cose simili per tutto, ma però interamente e che generi nella terra un'intero animale di mare e nel mare un compito animale della terra o un albero; ma non si pretenda ancora che se ne possa generare una parte; perciocché il seme de' composti di necessità deve produrre un corpo con progresso naturale, distendendo le parti dell'animale graduatamente e non per salto.


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La vana speculazione disingannata dal senso
di Agostino Scilla
pagine 122

   





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