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      VI. Il sasso ben sodo (a)(67) che con altra mia spiegai, ora mi porge un nuovo motivo; perciocché egli non solamente mostra impressa l'operazione del disordine, che non suole ricevere prescrizione di come situare le cose e di quali cose, confondendo in un groppo molte ossa simili a' stinchi d'animale, conchiglie semplici e striate, turbini con casuale posizione e molte conchiglie petrificate e non petrificate, la qual cosa tanto ella ha desiderato di vedere; ma anche per maggior sua soddisfazione mantiene alcune conchigliette che, per essere rimaste vacue di loto, conservarono ben custodito l'animale petrificato dentro, rimirandosi manifestamente le membranuzze necessarie e proprie di quello. Mi dispiace però, che non posso portare in disegno una veduta talmente graziosa la quale, quanto apporterebbe di compiacimento a chi l'osservasse, altrettanto riesce a me di dolore che non trovo il modo d'esprimere su la carta, per appagare gli occhi di tutti, quel che si scorge da una piccola rottura A. della detta conchiglia, con l'aiuto della trasparenza del guscio; ad ogni maniera mostrerò un'altra che io voglio dire evidenza. M'accorsi, considerando l'intesso sasso e dividendolo in pezzi, che molte conchiglie sono ripiene della materia del suo continente, altre B. mezze ripiene ed alcune vacue con l'animale dentro, come s'è detto. Le mezze ripiene B. sono o d'ingemmamento lucido, a guisa di cristallo, overo d'una materia alquanto impura e torbida. Io per ora non so se fosse acqua pura congelata quel che veggiamo d'ingemmamento e limo delicatissimo quel de le altre; so sì bene che l'une e l'altre conchiglie mostrano il sedimento dalla parte di sotto orizzontalmente, tutto che stiano di qualsivoglia positura fermate nel sasso; necessità è questa de' corpi liquidi che gravano, i quali si livellano tutti per un verso, non dovendo in conto alcuno ubbidire al disordine della giacitura del recipiente.


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La vana speculazione disingannata dal senso
di Agostino Scilla
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