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      Ella intanto non si scandalizzi di me, che ho trattato di faccende cotanto sollevate e difficili, schifando a bello studio le speculazioni ed attaccandomi ad arte alla sola osservazione delle cose; perché a dire il vero ho poca inchinazione al filosofare altamente; ed ho anche stimato che non v'abbisogni una grande sublimità d'intelletto de' discorsi che hanno per meta l'intenzione di scoprire la pura e semplice verità sotto gl'insegnamenti del senso; e se questi m'ha ingannato, a chi doveva io ricorrere?
     
      Quid maiore fide porro, quam sensus, haberi debet?
      (91)
     
      Forse alle speculazioni altrui? No, perché queste allor saranno o vere o false, quando veranno approvate o riprovate da' sensi.
     
      Qui, nisi sint veri, ratio quoque falsa fit omnis
      .
     
      Quindi s'avvalora la mia ragione e non riceve spavento dall'ignoranza di molte cose, purché ne sappia almeno una parte con certezza. Mi basterà di conoscere che i corpi oggetto della nostra disquisizione, ritrovati in Musorrima, nella Valle dello Sperone, anzi per tutta la Calabria, nelle Colline di Messina e per tutta l'Isola, ed in Malta, overo altrove, siano stati veri gusci o parti o forme prodotte da' veri animali che un tempo vissero nel mare, per la relazione manifesta dell'essere loro, e delle circostanze del luogo, in cui al giorno d'oggi li scorgiamo. Che se altri vorrà ciò trascurare, per andar cercando se la Natura possa nel terreno generare figure sassee d'animali simili, anzi istessi a quelli che vivono nel mare; e nel mare cose solite a generarsi nella terra; e da una così vana opinione tirarne conchiusioni, a dispetto di tant'evidenze, che il tutto sia paesano e generato di sasso, lo faccia, lo creda, l'investighi: ma non costringa anche me ad affermarlo prima di farmi chiaramente intendere, e con buone ragioni e con dimostrazioni uguali all'altre che il niegano, la generazione di simili cose ne' sassi e fra terra, ed il modo ancora con cui la Natura il faccia, il che certamente è difficile; perch'essa, appo Plutarco, sotto le sembianze d'Iside si dichiara: "Ego sum omne, quod extitit, est, et erit; meumque peplum nemo adhuc mortalium detexit"(92). E quel ch'è meglio parla per tutti.


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La vana speculazione disingannata dal senso
di Agostino Scilla
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