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      Tutti i grandi telescopi, siano a vetri, cioè refrattori, siano a specchio, cioè riflettori sono ora montati in modo consimile, e l’arte è veramente arrivata a delle proporzioni colossali quali appena si crederebbero per uso di macchine industriali. Finora i rifrattori più grandi erano quelli di Pulcova presso Pietroburgo e di Harward College presso Boston, che hanno 16 pollici (= 406mm) di diametro e 6 metri di lunghezza focale. Ma ora essi sono molto superati nelle dimensioni da quello di Washington che ha 26 pollici (= 660mm) e 10m di lunghezza e maggiori dicesi che saranno quelli di Vienna e di Parigi ora in costruzione.
      Cogli specchi le dimensioni delle macchine sono anche più gigantesche. Il rifrattore dell’osservatorio di Parigi ha 1.m 10 di diametro, quello di Lassell ha 4 piedi (1.m 30); quello di Lord Rosse, 6 piedi = 1.m 90; quello dell’osservatorio di Vittoria nell’Australia ha quasi altrettanto. Le montature di questi giganti sono ancor esse equatoriali, ma di forme naturalmente diverse. Chi desidera più notizie legga l’opera del signor Chambers ove sono raccolte molte notizie e curiosità di questa specie[8]. Fortunatamente la scienza è sì vasta che resta ampio campo anche per l’uso di più modesti strumenti come è il nostro e anche a molti minori.
     
      §. IV.
     
      Descrizione del Cielo. — Carte e cataloghi di stelle.
     
      La descrizione del Cielo può farsi o per disegni figurati sopra tavole, carte e globi; o per mezzo della determinazione geometrica delle coordinate stellari.
      Il lavoro più celebre degli antichi è quello che ne fece Arato in istile poetico, sulla sfera di Eudosso, opera che ebbe il merito di esser commentata da molti e singolarmente da Ipparco e di ispirare questo divino Astronomo di farne una descrizione esatta e di precisione veramente astronomica per quanto portava il tempo suo.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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