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      Sì grande progresso della scienza è dovuto al piccolo strumento, lo spettroscopio. La luce qual viaggiatrice industriosa è quella che ci reca dalla profondità dello spazio queste preziose notizie. La pratica, e i principii di spettroscopia sono troppo conosciuti oggidì perchè dobbiamo qui riassumerli, e ripetere ciò che abbiamo già detto nell’opera Le Soleil, quindi, ad essa rimettendoci pel resto, ci limiteremo qui a dire ciò che riguarda esclusivamente le stelle.
      Il primo che ottenesse uno spettro di stella con vantaggio della scienza fu Fraunhofer. Dopo aver con somma perfezione e delicatezza descritto lo spettro solare, e le numerose sue righe, egli intraprese lo studio di altre luci e tra queste ancor di alcune stelle. Per risolvere alcune difficoltà che potevansi presentare sull’origine delle strie spettrali facendo uso di fessure strettissime, si mise a studiare lo spettro dei raggi solari passati per fori piccolissimi. Questi davano, come è naturale, spettri molto stretti e lineari, nei quali era impossibile riconoscere le lacune e le strie. Per allargarli senza fare uso di fessure, ebbe ricorso ad una lente cilindrica, mediante la quale negli spettri così dilatati poteva riconoscere le stesse righe che davano le fessure. Trovato questo mezzo lo applicò all’esame dei punti lucidi del cielo, i pianeti e le stelle, per riconoscere se tutte le luci dei corpi celesti erano identiche. Lo strumento da lui usato fu dapprima un teodolite con cannocchiale di sole 13 linee di apertura avanti al cui obiettivo era collocato un prisma di ottima qualità, e guardando con questo direttamente gli astri coll’aiuto della lente cilindrica, avea l’immagine abbastanza dilatata per distinguere anche qui le righe trasversali.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





Le Soleil Fraunhofer