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      Anche la difficoltà di distinguere in certi casi il secondo tipo dal terzo, e il vedere come quelle di secondo cambiando colore tendano a divenire del terzo tipo, mostra una graduata scala di trasformazioni derivanti non da sostanze assolutamente diverse, ma dal predominio di una sull’altra. Il fatto poi che alcune, come Aldebaran e Arturo si accostano al terzo e mostrano traccie di zone quando si vedono di color rosso carico, prendendo così lo spettro analogo a quello delle macchie solari, prova che anche in esse stelle si hanno delle vicende periodiche di eruzioni simili a quelle del nostro Sole, e il loro tipo essendo allora analogo a quello che si trova nel mezzo dei nuclei delle macchie, prova che quelle stelle sono fornite di dense atmosfere di vapori metallici con eruzioni ed emissioni variabili col tempo. In esse dominano il sodio, il ferro e il calcio ed altre materie assorbenti e forse anche hanno una minore temperatura come le macchie del Sole. Così le variazioni di queste stelle avrebbero origine da una semplice variazione di assorbimento ora maggiore ora minore.
      Abbiamo già accennato che la stella omicron della Balena è nel suo minimo composta di semplici righe staccate forse per il forte aumentarsi e dilatarsi delle sue zone di assorbimento. È probabile che le stelle di 4° tipo ed altre stelle ci appaiano piccole per solo assorbimento.
      Gli spettri però delle stelle del terzo e quarto tipo sembrano indicare una costituzione alquanto diversa e specialmente un eccesso di certi elementi che mancano o sono scarsissimi nei due tipi precedenti.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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