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      Una piccola addizione di carbonio agli elementi chimici comuni, produr potrebbe immense varietà stante la natura proteiforme di questo elemento. Il carbonio dà uno spettro così diverso per ogni minima sostanza che vi sia mista che è difficile a stabilire in che condizioni ivi si trovi, e da ciò nascono probabilmente tutte le divergenze trovate. Così per esempio l’ossido di carbonio e l’idrogeno carburato hanno le stesse zone, ma in uno la zona media è la più viva, nell’altro all’incontro è la più debole.
      È molto importante il confronto dei due tipi terzo e quarto, i quali al primo aspetto sembrano analoghi, ma non lo sono realmente. Prenderemo a base del 3° tipo quella di ? Ercole, e del quarto la stella 152 del catalogo di Schjellerup come la più bella di questa specie (posta in Asc. Retta = 12h, 39', 1"; D = + 46° 9') che perciò fu anche detta la superba. Ecco come questa stella fu da noi descritta appena trovata: «Magnifico oggetto di quarto tipo: è veramente singolare per la sua vivacità. Il suo colore è rosso di sangue. Lo spettro è composto di tre zone assai vive e larghe. Una gialla, l’altra verde, la terza bleu. (Il rosso essendo un colore debole ed oscuro, vi è ma brilla poco). Sono tutte vivaci assai, taglienti verso il violetto e sfumate dal lato del rosso. Il ciglio delle zone è rinforzato da righe vive all’estremo, e nel giallo paiono come due fili d’oro: così anche nel verde e nel bleu, benchè non siano così vive. Vi paiono altre zone ancora, ma sono difficili a riconoscersi.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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