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      Se era distrutto il rosso la stella restava verde ecc. Benchè ingegnosa questa spiegazione, non soddisfece, perchè era difficile trovare nel tramestio delle onde aree, le delicate condizioni dell’interferenza de’ raggi.
      Il Montigny indicò la diversa refrazione che soffrono i raggi passati attraverso diversi strati d’aria. Notò esso come lo spettro che entra nell’occhio è formato da’ raggi che hanno attraversato diverse colonne d’aria.
      Questo si rende manifesto considerando (come faceva il Donati) il meccanismo della visione della stella attraverso il prisma atmosferico. — «Un raggio che prima era bianco viene attraverso l’atmosfera a decomporsi in vari raggi elementari diversamente colorati e fra loro divergenti, onde se di questi raggi elementari giungerà all’occhio dell’osservatore per esempio il rosso, non potrà parimenti giungervi il violetto, che essendo più refratto andrà più in basso. Il raggio violetto che arriva all’occhio dell’osservatore non appartiene quindi allo stesso raggio bianco da cui è pervenuto il rosso, ma sibbene ad un altro raggio bianco egualmente emanato dalla stella, ma che è penetrato nell’atmosfera da un punto situato al disopra di quello per il quale è penetrato il raggio bianco che ha prodotto il rosso esistente nello spettro stellare»[33].
      Il Mossotti cavò dal calcolo[34], che i raggi che davano il rosso ed il violetto estremo a 83° 33' doveano essere nel loro ingresso nella atmosfera distanti di 8m. 78. Avendo pertanto i raggi che arrivano all’occhio percorse diverse vie nell’atmosfera e questa essendo lungo esse diversamente densa e rifrangente, non è meraviglia se siano diversamente deviati e che producono quelle variazioni di refrazione e di posto che abbiamo indicato.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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