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      Eguale difficoltà si trova a determinare l’intensità della sua radiazione termica per la quale abbiamo pure mezzi più precisi: perchè ogni nostra osservazione dovendosi fare attraverso l’atmosfera terrestre, la variabilità sua continua impedisce la misura esatta dello stato collettivo della sua temperatura. Si è cercata una prova di questa variabilità nelle temperature medie climatologiche annuali e nella quantità della pioggia, ma non in tutti i siti tali variazioni corrisposero al periodo suaccennato. Si è cercata da Meldrum nella frequenza delle burrasche cicloniche dell’Equatore, ma essa pure non è abbastanza sicura. Essendo ben dimostrato che le periodicità delle macchie vanno d’accordo con quella del magnetismo terrestre, e questo parendo dipendente dalle vicende termiche del globo, è chiaro che anche il Sole nella sua luce e calore deve esser variabile. Talchè una variabilità qualsiasi è certa, ma il dimostrarla direttamente è difficile. Soltanto si può assicurare che il color gialliccio della zona perimetrale del Sole dovuto all’assorbimento della sua atmosfera, sembra maggiore nelle epoche di poche macchie. Ma anche su di ciò mancano misure precise. L’enorme intensità stessa della sua luce è un ostacolo alle misure e la superficie delle macchie non essendo che piccolissime in confronto del resto del disco essa può avere poca influenza. Il sig. Langley crede che essa non possa esser più di 29 centesimi di un grado centigrado pel nostro globo. Quantità affatto impossibile a riconoscersi coi nostri mezzi attuali meteorologici.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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