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      Ma è manifesto che in cotali luoghi un cannocchiale più grande per es. di 12 a 14 pollici, farebbe vederne di più, ed infine il più gigante di tutti il gran riflettore il Lord Rosse accrescerebbe il numero in proporzione.
      Però non tutto il cielo è così ricco, in molti luoghi anche coi più potenti strumenti in un campo di 15' appena si trovano 5 o 6 stelle, onde da questi luoghi eccezionali non potrebbe concludersi il numero totale delle stelle. La numerazione telescopica delle stelle fu tentata dai due Herschel Guglielmo padre nell’Emisfero nord e Giovanni figlio nel sud. Essa è uno dei lavori più colossali istituiti in astronomia benchè non sia completa per la ragione che non poteva esserlo, non bastandovi la vita di un uomo.
      La via tenuta dal primo Herschel è solo indiretta. Egli usò per ciò il suo telescopio a riflessione di 20 piedi di lunghezza focale, e 18 pollici di apertura, dirigendolo successivamente a varii punti del cielo, disposti con certo ordine regolare, dei quali notava l’ascensione retta e la declinazione. Questi punti erano distribuiti in modo che si venisse a coprire il cielo come di una rete sensibilmente uniforme per tutti i versi, fig. 51. Il campo del telescopio era di 15' 4" di diametro e l’ingrandimento di 120 volte. Egli contava in ciascun campo il numero delle stelle visibili, ed ove per la moltitudine loro ciò sarebbe stato impossibile, o sarebbe stato troppo lungo ne contava una proporzione. Queste enumerazioni egli chiamò star gauges o scandagli di stelle.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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