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      Fu solo nei tempi più recenti che questo problema venne ripreso seriamente, ed in prima dall’Accademia delle Scienze di Parigi, che dalla sua culla fino al presente ne fece una parte delle sue glorie, e fu continuato ed esteso da tutte le nazioni civili. Lasciando da parte la storia delle misure moderne ci limiteremo a dire: che le latitudini delle stazioni si determinano ora colla più grande precisione, onde l’angolo delle verticali si conosce colla massima esattezza. E la massima scrupolosità in ciò non è mai eccessiva perchè essendo un secondo in arco di latitudine poco meno che 31 metri in lunghezza, anche le frazioni di secondo sono considerabil cosa rapporto alle misure usuali. Siccome poi i metodi con cui si fanno le misure itinerarie sono troppo grossolani, si usano artifizi speciali di precisione per valutare le distanze. Le misure dirette di archi grandi essendo impossibili, si fa uso di mezzi geometrici. Si comincia dal misurare un discreto tratto di terreno perfettamente rettilineo, e orizzontale che dicesi base, il quale coi metodi moderni si può misurare per l’estensione di 6 a 12 chilometri dentro limiti di precisione di pochi millimetri. Su questa base, come Ac (vedi figura 53) si costituisce una rete di triangoli AcB, ABC, BCD, CDF, DFE, ecc. colla quale si congiungono le stazioni estreme L ed A[63]. I punti intermedii sono tutti distinti con segnali in muratura collocati sulle vette dei monti, dai cui vertici si misurano gli angoli colla massima accuratezza.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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