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      Ai tempi di Keplero questa durata della rivoluzione era conosciutissima, perchè dalle osservazioni delle opposizioni de’ pianeti col Sole si poteva determinare dall’osservatore in Terra il loro periodo, come se questi fosse sul Sole, in quella guisa che svilupperemo meglio fra poco.
      Ma dopo un tal giro completo, la Terra, per la diversità del suo moto, sarà allora in un punto differente, per esempio T'. Ora tirando la linea TT', è chiaro che il problema si riduce al più elementare di tutta la trigonometria; di trovare cioè la distanza di un punto inaccessibile, conoscendo la base del triangolo e i due angoli adiacenti. Per trovare gli elementi necessari alla sua soluzione, avvertasi che come dalla prima osservazione si cava PTS così dalla seconda l’astronomo ricava l’angolo PT'S, e inoltre dalle tavole solari può facilmente calcolare l’angolo TST' compreso tra le due posizioni della Terra rapporto al Sole nelle due epoche dell’osservazione; di più nel triangolo TST' conosce in parti della distanza media i due lati TS e T.S' onde potrà concludere la corda TT' e gli angoli adiacenti STT' e ST'T: questi sottratti dalle due elongazioni STP ST'P, danno gli angoli dalla parte del pianeta PTT', PT'T che sono i due angoli cercati adiacenti alla base TT' donde immediatamente si ricaverà il lato PT o PT', cioè la distanza del pianeta alla Terra: conosciuta la quale da uno dei triangoli PST o PST' si avrà il lato SP; giacchè di questi si conoscono pure i due lati PT, TS, e l’angolo compreso.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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