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      Non ci meravigliamo del passato, perchè anche oggidì si rinnova per la estensione nel tempo ciò che allora si fece per la vastità dello spazio, e si stenta a credere alle miriadi di secoli che deve avere attraversato il nostro globo per compiere le formazioni geologiche cui tocchiamo con mano. Ma una cosa aiuterà a comprendere l’altra, e saremo convinti che l’opera del Creatore è solo a lui commensurabile, se non nella infinità e nella eternità assoluta, almeno in tanta immensità di spazio e di durata, che noi saremo sempre incapaci di comprenderla interamente.
     
      Le distanze degli astri in genere si calcolano mediante la parallassi; ma per le stelle, anche colle antiche idee, la parallassi diurna dovea essere minima, quindi si cercò di averne la parallassi annuale. Galileo pel primo fece osservare che detto A B (fig. 77) il diametro del grande orbe descritto dalla terra attorno al Sole, ed S una stella, se l’altezza sul piano della ecclittica in una stagione era D B S, questa in un altra opposta doveva esser diversa, se la stella era a misurabile distanza, e diventare p. es. D A S. E siccome la misura diretta ed assoluta di quest’angolo poteva esser difficile per la sua piccolezza, propose che si facessero misure differenziali, e a tal fine si scegliesse una piccolissima stella ? che fosse accanto ad una grandissima S che essendo probabilmente più vicina a noi sarebbe proiettala in cielo in punti diversi nelle due stagioni. Onde da A la grande vedrebbesi in a e da B in b. Quindi se si misurasse la distanza ?a e ?b nelle due stagioni opposte dell’anno, si avrebbe uno spostamento dovuto alla parallasse.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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