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      La fig. 3 Tav. V dà una idea di questo spettro osservato nella Cometa di Coggia nel 1874. La parte continua dello spettro è quella del nucleo che è in parte luce diretta, come si vede da rinforzo delle zone, in parte riflessa dal Sole; ma la parte principale e più caratteristica è quella delle zone lucide che sussistano anche quando manca lo spettro continuo del nucleo. Queste zone hanno grande analogia con quelle dello spettro del carbonio e suoi composti. L’azione calorifica del sole sulle comete nell’accostarsi al loro perielio eccita assai questi gas, e li soleva in getti decisi e violenti, come si videro effettivamente nelle grandi comete del 1858 del 1861 e specialmente in quella del 1862 II di cui noi potemmo a lungo studiare le curiose alternative[84]. Alcune di queste sono passate così vicine al Sole da penetrare perfino dentro alla sua atmosfera come quella del 1843 in Marzo. In tali circostanze la loro massa essendo penetrata da calore enorme, deve esser in parte volatilizzata, e per la rapidità con cui varia la temperatura, se anche fossero in origine corpi solidi devono scoppiare, e per la resistenza subíta devono deviare dalle loro orbite, e venir assoggettate a circuire il Sole, o a cadere in questo. Quindi non fa meraviglia che tali corpi siano accompagnati da catene assai lunghe di corpi minori che li seguono nei loro giri, sfuggiti da tali catastrofi, e che cadendo poi in terra fanno gli aeroliti, spezzandosi nuovamente pel calore svolto nella compressione dell’aria.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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