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      E qual sorpresa sarebbe se tra tanti milioni, anche molti e molti di questi sistemi fossero deserti? Non vediamo noi che sul nostro globo regioni in proporzione assai estese sono incapaci di vita? L’immensità della fabbrica non verrebbe perciò meno alla sua dignità, nè allo scopo inteso dall’Architetto.
      17.° La vita empie l’Universo, e colla vita va associata l’intelligenza e come abbondano gli esseri a noi inferiori, così possono in altre condizioni esisterne di quelli immensamente più capaci di noi. Tra il debole lume di questo raggio divino che rifulge nel nostro fragile composto, mercè del quale potemmo pur conoscere tante meraviglie, e la Sapienza dell’Autore di tutte le cose, è una infinita distanza che può essere intercalata da gradi infiniti delle sue creature, per le quali i teoremi, che per noi sono frutto di ardui studii, potrebbero essere semplici intuizioni.
      18.° Ma questa è sfera ove l’astronomo non può estendere il suo regno. A lui è riservato lo sviluppo materiale e meccanico del mondo: rintracciarlo nello spazio e soccorrere al geologo che lo studia nel tempo. Anche in questo la scala è sterminata. La condensazione delle Nebulose è sì lenta che il periodo di poco più di un mezzo secolo dacchè le conosciamo competentemente, non ci ha mostrato traccia sicura di mutazioni, e questo lasso non può riguardarsi che come un istante. Le stelle doppie per poco che siano sensibili le loro distanze, già compiono i loro periodi in secoli. La configurazione delle costellazioni non ha sensibilmente variato dacchè l’uomo contempla il cielo.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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