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      Io non posso qui riportare tutte le opinioni, che richiederebbero un volume; dico soltanto che la teoria della trasformazione, se potesse risolvere il problema per un gruppo di mammiferi, non lo potrebbe per tutti i gruppi, cioè se potesse per i carnivori, non potrebbe per gli ungulati e per gli altri; e questa obiezione è così forte che Steinmann saltò a piè pari la difficoltà e ammise che tutti i rettili si fossero convertiti in mammiferi; facile teoria anche questa. Ma Elliot Smith, evoluzionista e trasformista convinto e che con gran competenza ha scritto sull'evoluzione del cervello, è costretto a confessare che nessun rettile moderno vivente soddisfa alle condizioni richieste in un reale progenitore del promammifero; e deplora che non conosciamo il cervello di rettili estinti, che noi crediamo avrebbe dato lo stesso risultato negativo.
      Alcuni, come vedesi da ciò che è riferito, parlano di promammifero, che in parte dovrebbe essere un essere misto di varî caratteri, di rettile e di mammifero. Ora, come precedentemente abbiamo affermato, da forme definite o differenziate, non si può ammettere un mutamento di tipo; ciò equivarrebbe al fatto che un essere animale, il quale comprende una infinità di caratteri, che ha acquisito nella sua formazione, li perdesse tutti o quasi tutti per assumere altri che dovrebbero dargli le forme d'un nuovo tipo. Biologicamente questo sarebbe un paradosso, contrario a tutta l'esperienza che risulta dalla testimonianza di tipi animali persistenti fin dalla loro origine; e quindi non è ammissibile.


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La vita animale e vegetale
Origine ed evoluzione
di Giuseppe Sergi
Editore Sonzogno Milano
1922 pagine 150

   





Steinmann Elliot Smith