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      Certamente sono forme differenti o indipendenti l'una dall'altra e di differenti tempi ancora, almeno per quel che si sa intorno alla loro scoperta. È indizio questo che bisogna ricercare la loro origine molto prima del plistocene; è vero che ormai da alcuni è riconosciuto che l'origine debba trovarsi nel pliocene, benchè non si abbiano fossili su cui esista consenso, ma anche il pliocene non può soddisfare alla formazione umana, se gli altri primati varî sono comparsi anteriormente a quest'epoca; se la formazione è stata lenta come per gli altri animali, nè può essere altrimenti, le prime forme umane devono essere del terziario antico, e non di tipo assolutamente pitecoide, perchè non devono essere una trasformazione, come comunemente si opina, ma forme con caratteri tipici da riconoscersi come umani sin d'origine in forme iniziali, come quelle che si svilupparono nell'Equus e nel Camelus e nell'Elephas, che apparvero tipicamente come tali e si compirono nei lunghi periodi del terziario, un Eoanthropus, cioè, come un Eohippus, un Palaeomastodon. Noi abbiamo già avanzata una congettura, quale potrebbe essere questo Eoanthropus, e ne parleremo in seguito.
      Ammettendo che l'origine dell'uomo sia da rinviare all'eocene-oligocene, come una forma simultanea e parallela a quelle di altri primati e di altri animali, l'uomo vivente con tutti i suoi generi e le sue specie avrebbe avuta una durata di circa due milioni e mezzo a tre milioni di anni, secondo i calcoli relativi delle epoche geologiche.


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La vita animale e vegetale
Origine ed evoluzione
di Giuseppe Sergi
Editore Sonzogno Milano
1922 pagine 150

   





Equus Camelus Elephas Eoanthropus Eohippus Palaeomastodon Eoanthropus