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      Tosto si andň alla cappelluccia rovinata, e trovatavi una vecchia immagine della Vergine dipinta sovra un muro, ne la staccano, la inquadrano in legno, la espongono in chiesa all’adorazione di tutti con molte lampade e candele accese. La fama si sparse tosto nei paesi vicini, e la gente vi traeva a calca: poi nei paesi lontani e per tutto il regno, per modo che a migliaia le persone di ogni condizione ci venivano, e furono fatte molte baracche per alloggiarle. I miracoli eran grandi, frequenti, e innanzi gli occhi di tutti. Si vedeva uno che andava su le grucce prostrarsi innanzi l’immagine, pregare, piangere, strillare, e subito gettar via le grucce, levarsi in pič e camminare. Altri che pareva cieco, come gli ungevano gli occhi con l’olio d’una lampada che ardeva innanzi la Madonna, a un tratto li apriva e vedeva. Altri portato in letto quasi moribondo, levarsi, e a gran voci gridare: “grazia, grazia”. Ad ogni miracolo di questi le grida, i pianti andavano alle stelle. Innanzi alla Madonna stavano tre botti, una piccola dove si gettava monete, anelli, orecchini, collane, ogni cosa di oro: una mezzana dove si poneva l’argento, ed una grande pel rame: sopra una panca era una catasta di candele di cera: presso le botti il parroco ed altri preti cantavano salmi e litanie. Io mi ricordo di aver veduto io molti uomini e donne scalzi con corone di spine in capo e con rosari in mano, andare cantando in processione a San Nicola, e di avere udito raccontare queste cose da molte persone che vi andavano e le vedevano con gli occhi loro, e per molto tempo non si parlava di altro.


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Ricordanze della mia vita
Volume Primo
di Luigi Settembrini
pagine 271

   





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