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      ” Questo dunque fu la prima voce della rivoluzione, che si sentì legittima e santa, fu la parola che uscì da tutti i cuori, la ripeterono con gioia le moltitudini ignoranti e serve, la ripeterono molti preti e frati. La libertà non è peccato: un filosofo ed un papa l’hanno detto. E perché Dio ne avrebbe messo un desiderio sì grande nel petto degli uomini? “Viva Pio IX” fu la parola che tutti i popoli d’Italia gridarono chiedendo ai loro principi migliore governo, e quando i principi lanciavano i loro soldati sui popoli inermi, molti morirono dicendo: “Viva Pio IX, viva l’Italia”. Io non biasimo quelle grida, quelle feste, ed anche quelle pazzie di allora, come oggi fanno i savi; anzi io che non gridai mai “viva Pio IX”, mi ricordo con compiacenza di tutte quelle manifestazioni di gioia fatte da un popolo lungamente servo, che era il popolo italiano pieno d’affetto e di fantasia, e che pure ebbe il senno di contentarsi di poco; ma come poi s’accorse che quel poco era un inganno, si sdegnò fieramente, e volle quel che volle.
      “Pio IX è il vero vicario di Cristo, è il più grande di tutti i pontefici,” dicevano i popoli. “È un giacobino, è un massone,” dicevano i prìncipi. Né santo né giacobino; ma un prete che nella prima allegrezza di vedersi eletto papa sentì intenerirsi il cuore, e volle tutti allegri, ma come vide che l’allegria si mutò in rivoluzione, ed ei ci fu avvezzo al papato, si pentì e tornò prete.
      XIX - Il 1847
      La stampa romana pubblicava ogni parola del nuovo papa, descriveva le feste che gli faceva il popolo guidato dal suo Ciceruacchio, e parlando parole di libertà e di amore moveva tutti i cuori.


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Ricordanze della mia vita
Volume Primo
di Luigi Settembrini
pagine 271

   





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