Pagina (232/271)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      trovava, quasi cercando consiglio dentro, dove dissero che stava il Filangieri; volle che la bandiera bianca borbonica fosse soltanto inquadrata da una lista verde e da una rossa; e infine approvò tutto, non potendo altro. E per allora si sfogò a mettere in canzone il nuovo ministero dicendo che il Troya era il presidente dei goti, il Vignali un protonotario, e che il Dragonetti ministro degli affari esteri aveva le notizie del Lampo.
      Col nuovo ministero chetarono un po’ i rumori di piazza, e la città sperava ordine e governo. Innanzi tutto si pensò a la guerra e si allestirono altri battaglioni di volontari comandati dagli uffiziali Francesco Carrano, Francesco Materazzo, Rocco Vaccaro, e quel Cesare Rosaroll, che fu condannato a morte, e dopo di essere stato sedici anni nell’ergastolo allora ne usciva pieno di fede e di ardire, e andava a la guerra. Partivano questi volontari: partiva un battaglione del 10° reggimento di linea, e pochi giorni appresso un altro andò per mare a Livorno.
      Furono mandati a Roma per trattare la lega italiana ministri plenipotenziari il principe di Colobrano, Biagio Gamboa, Casimiro de Lieto, che non conchiusero niente perché il papa nella famosa allocuzione che tenne ai cardinali nel concistoro del 29 aprile disse che egli non voleva far guerra a nessuno. Fu mandato a Carlo Alberto ministro plenipotenziario Pier Silvestro Leopardi con l’incarico di stabilire i patti dell’alleanza, e qual parte si voleva dare a noi del paese che si terrebbe all’Austria, e il Leopardi seguì il re a la guerra, e non si brigò molto de’ patti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Ricordanze della mia vita
Volume Primo
di Luigi Settembrini
pagine 271

   





Filangieri Troya Vignali Dragonetti Lampo Francesco Carrano Francesco Materazzo Rocco Vaccaro Cesare Rosaroll Livorno Roma Colobrano Biagio Gamboa Casimiro Lieto Carlo Alberto Pier Silvestro Leopardi Austria Leopardi