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      ” E tutto il giorno e gran parte della notte io non udivo altro che “don Costabile”, il gracidare dei ranocchi, e il rumore dei telai che in ogni casa tessevano tele di cotone delle quali c’è gran fabbrica in Scafati.
      Dopo qualche giorno ebbi il proclama del 16 maggio. “Che i buoni cittadini si rassicurino. La più grande vigilanza sarà esercitata dal governo, affinché per l’avvenire alcun disordine non si riproduca, nè nuovi ostacoli vengano ad opporsi al mantenimento ed al completo esercizio delle libertà solennemente accordate dalla costituzione che Sua Maestà ha la ferma volontà di proteggere in tutta la loro inviolabile integrità”. Era sottoscritto dai nuovi ministri: il principe di Cariati, presidente, e ministro degli affari esteri, che aveva fama di galantuomo: il principe d’Ischitella della guerra, il generale Raffaele Carrascosa dei lavori pubblici, i quali tutti e due e il Nunziante avevano vinte le barricate; il principe di Torella, all’agricoltura e commercio, liberale moderato; il Bozzelli all’interno, irritato che gli avevano guasto lo statuto quasi gli avessero ucciso un figliuolo; Francesco Paolo Ruggiero, a le finanze, ministro in aprile, poi ritiratosi, fu veduto in abito di guardia nazionale presso le barricate, si presentò in abito nero a la reggia e fu ministro il 16 maggio. A questi, pochi giorni dopo furono aggiunti Nicola Gigli, per grazia e giustizia, buon professore privato di diritto, magistrato di nessun colore politico, uno di quelli che dicono: “servo chi mi paga”; e il duca di Serracapriola vicepresidente del consiglio di stato, di cui non si diceva male.


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Ricordanze della mia vita
Volume Primo
di Luigi Settembrini
pagine 271

   





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