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      Certi uffiziali ci videro, parlarono all'orecchio delle sentinelle, che con brutti modi ci scacciarono da quel luogo. Io che non mi reggeva cercai di entrare in carrozza, ma anche le carrozze furono respinte ed allontanate. Stemmo dunque sulla via fino a ventiquattr'ore. Monsignore se n'era tornato a casa; il consiglio di stato finì assai tardi: speravamo di sapere qualche cosa; ma udimmo che il Re era uscito a passeggiare, e che al ritorno andava alle quarantore. Disperate tornammo da monsignore, il quale ci consigliò di partire, e ci promise che dopo la benedizione sarebbe tornato dal Re e se il Re si ostinava egli sarebbe andato a Capua la notte stessa ed avrebbe condotto il cardinale a pregarlo. Ci promise tutto, e volle che restasse in Caserta tuo fratello prete per fargli sapere una risposta. Lo ringraziammo, lasciammo Vincenzo e partimmo, dopo aver passato una notte ed un giorno in mezzo alla via, senza trovare un conforto, un tetto, una persona pietosa. Oh, mi ricorderò sempre della terribile Caserta!
      Giungemmo in Napoli a tre ore di notte. Mariannina coi figli andò a casa sua. Io, i figli, la signora Agresti, i fratelli tuoi andammo a casa mia, dove trovai molta gente che mi aspettavano, mi vennero incontro coi lumi, mi dicevano della sospensione, e che ti avevano veduto ad una finestra, e che tu dimandavi di me e de' figli. La signora Agresti se ne tornò a casa sua: io pregai tutti a lasciarmi sola.
      Dopo alquanto tempo venne don Gennaro Faucitano, e mi disse: "Signora, sapete che hanno preparata la guillottina per mio fratello? io l'ho veduta con gli occhi miei, e si sono mandati gli avvisi per le sante messe". Questo fu un altro colpo; nondimeno io gli narrai ogni cosa, e gli dissi la promessa del vescovo, e lo confortai come meglio poteva.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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